Le tempeste della vita…

L’abilità si acquisisce con l’esercizio di riparare tutto, incluse le nostre ferite interiori, con la consapevolezza e accettando anche le cicatrici da cui può entrare una nuova luce. Dobbiamo lasciarci condurre dall’istinto, nell’istinto c’è una naturale propensione verso la bellezza. Ognuno di noi ha avuto una frattura emotiva e ne porta il segno.

Il saggio non spera di non spezzarsi; piuttosto, si augura di apprendere qualcosa di profondo anche dalle ferite. Il dolore è uno stratagemma che la natura ha messo in atto per spronarci a un’azione evolutiva. Solo ascoltando fino in fondo riceveremo lo stimolo per compiere l’azione giusta. Lamentarsi è inutile, distoglie dalla consapevolezza che ha bisogno di silenzio.

Le pratiche meditative sono finalizzate a raggiungere maggiore consapevolezza ma anche a curarci dal malessere. La meditazione è un dialogo silenzioso con ciò che ancora non conosciamo, con il divino che è in noi. In quel silenzio possiamo avere delle rivelazioni: sono loro che impreziosiscono le nostre ferite, rendendole potenti strumenti di crescita.

La nostra anima è una dimensione lunare, si nutre di emozioni di cui la mente razionale spesso ha paura. Come la notte, l’anima ha bisogno di stelle, di punti dove il buio si apre e la luce risplende nell’oscurità. (Selene Calloni Williams).

Impara a meditare, usa il respiro come strumento di aiuto e benessere. Se non sai da dove partire, chiedi consiglio ad Annalisa di Amaty; sarà felice di insegnarti.