Gli esseri umani hanno quindi due genomi? La risposta è: sì.
L’informazione genetica collettiva codificata in tutti i microrganismi acquisiti dall’ambiente costituisce un secondo genoma.
Il loro materiale genetico non ha nulla a che vedere con il nostro: non proviene né da papà né da mamma, eppure il contributo dei microrganismi è davvero impressionante, soprattutto per quanto riguarda la salute e la malattia umana.
I microrganismi intestinali benefici, i nostri alleati, i nostri vecchi amici, che si sono integrati perfettamente con noi, possono:
- produrre fattori antinfiammatori
- composti antidolorifici
- antiossidanti e vitamine per proteggere e nutrire il corpo
- digerire il nostro cibo, rendendolo perfettamente assimilabile
- educare il nostro sistema immunitario, aumentandone e perfezionandone la capacità di difesa dal mondo esterno
Occupando fisicamente la nostra superficie esposta al mondo, evitano che microrganismi abusivi o non amici trovino un “posticino caldo” dentro di noi per fare i propri comodi.
Come i batteri, anche i mitocondri si dividono, si fondono e cambiano forma costantemente.
Si duplicano autonomamente, indipendentemente dalle nostre cellule, e possiedono un loro DNA.
Quindi abbiamo:
- il nostro DNA
- il DNA dei microrganismi che convivono con noi
- il DNA mitocondriale
Quando parliamo di predisposizione genetica, di quale delle tre eredità genetiche stiamo parlando?
Quella batterica? Quella umana? O quella mitocondriale?
Continuiamo le valutazioni per poi arrivare alla risposta.
Il succo gastrico è una combinazione unica di acido cloridrico, acqua, sali, muco ed enzimi digestivi.
Si trova in tutti i vertebrati, ma la sua funzione principale non è quella digestiva, bensì quella di inattivare microrganismi.
L’acidità gastrica è infatti uno dei fattori chiave che modificano la composizione delle comunità microbiche intestinali.
Essa rappresenta un filtro in entrata, che si aggiunge ad altri meccanismi di difesa:
- il sistema immunitario
- la motilità gastrointestinale
- la secrezione biliare e pancreatica
- la microflora intestinale residente
- e naturalmente il succo gastrico stesso
Cos’è l’asse intestino-cervello?
È una rete anatomica di comunicazione bidirezionale che collega:
- il sistema nervoso centrale (il cervello)
- con il sistema nervoso enterico (il secondo cervello), che governa le funzioni fondamentali dell’apparato digerente.
Questa comunicazione avviene tramite numerosi sottosistemi intermediari:
- il sistema nervoso autonomo, simpatico e parasimpatico
- l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (il cosiddetto asse dello stress)
- il nervo vago
- tutti i nervi presenti nell’addome
Il primo cervello (quello nella testa) interviene sul secondo, influenzando anche l’attività delle cellule immunitarie, grazie a una connessione non solo anatomica, ma anche endocrina (tramite gli ormoni) e metabolica.
Tanto, se non tutto, può ruotare attorno al microbiota, anche la nostra capacità di metabolizzare i farmaci che assumiamo.
L’intestino irritabile, la diarrea funzionale, la costipazione funzionale non hanno cause singole, ma sono sovrapposte e correlate.
I nostri microrganismi intestinali coordinano e alfabetizzano i globuli bianchi.
L’infiammazione è una guerra locale, che impegna i nostri soldati (globuli bianchi) e i nostri alleati (microbi buoni) contro gli intrusi (i microrganismi patogeni), responsabili di disbiosi.
I malfunzionamenti intestinali gravano sia sul sistema immunitario che sul cervello.
Gli ultimi studi dimostrano che la serotonina, la molecola del benessere, non ha come principale sede il cervello, ma l’intestino.
Essa viaggia nel sangue e viene trasportata al cervello tramite le piastrine.
L’obiettivo del Progetto Genoma Umano era confermare l’ipotesi secondo cui alla base delle malattie infiammatorie, croniche, infettive, allergiche, neuroinfiammatorie, neurodegenerative, autoimmuni ci fosse una predisposizione genetica: un gene, una proteina o una malattia attivata da un fattore ambientale (come cibo, farmaci, infezioni).
Ma la delusione fu grande: si trovarono pochissimi geni nel nostro DNA.
L’ipotesi della predisposizione genetica, sebbene ancora oggi venga citata, non è più sostenibile.
Con l’avanzare dell’innovazione e lo studio del microbiota, abbiamo dovuto spostare la nostra attenzione sul punto cardine in cui i fattori ambientali e scatenanti hanno il potere di bloccare l’intero sistema del nostro organismo:
- quello nervoso
- quello endocrino
- quello immunitario
- e ovviamente il microbiota
È lì che tutto si interseca.
