Se è vero che il nostro stato di salute dipende in larga parte dalla composizione e dall’attività del microbiota intestinale, allora è evidente che la nutrizione gioca un ruolo centrale nella prevenzione di molte patologie — non solo gastrointestinali, ma anche autoimmuni, neurologiche, metaboliche e tumorali.
Purtroppo, nei paesi occidentali, le scelte alimentari sono spesso condizionate da un’industria alimentare globalizzata, orientata più al profitto che alla salute. Questo ha contribuito a quella che oggi può essere definita una vera e propria “epidemia” di malattie infiammatorie croniche.
Medicina dei sintomi o medicina delle cause?
Esistono due tipi di approccio alla medicina:
- La medicina degli schiavi, che si preoccupa di eliminare rapidamente il sintomo, affinché l’individuo possa tornare produttivo.
- La medicina degli uomini liberi, che cerca di comprendere il significato del sintomo, per coglierne il messaggio profondo legato all’equilibrio della persona e del suo ambiente vitale.
Comprendere i sintomi, invece di sopprimerli, è fondamentale per individuare la causa profonda del malessere.
Se vuoi guarire, devi essere disposto a cambiare
Ogni farmaco ha potenziali effetti collaterali, anche se non visibili o prevedibili. Spesso, prima di guarire, è necessario modificare le abitudini che ci hanno fatto ammalare.
L’intestino è un sistema complesso e interconnesso, costituito da nervi, arterie, tessuti linfatici, fasce muscolari. È un ecosistema vivente che ospita la più alta concentrazione di cellule immunitarie del corpo, insieme a miliardi di batteri, virus, funghi e parassiti. Quando questo sistema si altera, i segnali arrivano sotto forma di sintomi.
Non esiste la malattia, esiste il malato
Ogni manifestazione patologica è unica, e nasce da una combinazione irripetibile di fattori: genetici, ambientali, comportamentali, emotivi. Prima di curare qualcuno, bisognerebbe chiedergli se è disposto a rinunciare allo stile di vita che lo ha condotto alla malattia.
L’universo microbico dentro di noi
Il microbiota umano — costituito da oltre 2500 specie di microrganismi, soprattutto batteri, ma anche virus e funghi — rappresenta una vera e propria estensione del nostro patrimonio genetico. Si parla, infatti, di secondo genoma.
La composizione di questo microbiota cambia lungo il tubo digerente, con una concentrazione massima nel colon. Questo “superorganismo”, risultato di una lunga coevoluzione, ha un’influenza profonda sul sistema immunitario, metabolico, ormonale e persino neurologico.
Il ruolo dell’intestino nella salute del cervello
L’asse intestino-cervello è un sistema di comunicazione bidirezionale che coinvolge nervi, ormoni, neurotrasmettitori. L’intestino, attraverso il nervo vago, influenza direttamente il sistema nervoso centrale. La serotonina, ad esempio, è prodotta in gran parte proprio nell’intestino.
Barriera intestinale e infiammazione
La mucosa intestinale è una barriera sofisticata che seleziona ciò che può entrare nel corpo e ciò che va bloccato. Se questa barriera si altera, il sistema immunitario viene attivato, generando infiammazione cronica. Questa condizione è implicata in molte patologie: celiachia, morbo di Crohn, colite ulcerosa, diabete, autismo, sclerosi multipla e altre.
Il ruolo della dieta
Molti disturbi gastrointestinali (come la sindrome dell’intestino irritabile) sono aggravati dagli alimenti. Diete a basso contenuto di zuccheri, glutine, lattosio e grassi industriali portano a miglioramenti evidenti. Anche la sensibilità al glutine non celiaca può causare sintomi neurologici come ansia, depressione, nebbia mentale.
Attenzione anche ai cibi per celiaci: spesso contengono troppi zuccheri e grassi trans.
Additivi e cibi confezionati: il nemico invisibile
Conservanti, coloranti, emulsionanti, dolcificanti e altri additivi alimentari interagiscono negativamente con la mucosa intestinale e alterano il microbiota. Emulsionanti e dolcificanti, ad esempio, riducono la varietà microbica. Alcuni coloranti (come E104, E110, E122) sono altamente sconsigliati.
La dieta FODMAP
I FODMAP sono carboidrati fermentabili che in alcune persone causano sintomi intestinali. Ecco alcuni alimenti da evitare e altri da preferire:
- Alti in FODMAP: mele, pere, legumi, cipolle, cavoli, fruttosio, lattosio.
- Bassi in FODMAP: banane, kiwi, agrumi, verdure leggere, formaggi stagionati, riso.
Fermentati, probiotici e prebiotici: i nostri alleati
- Fermentati come kefir, kombucha, yogurt e crauti arricchiscono il microbiota e migliorano la digestione, riducono i patogeni, producono vitamine e sostanze benefiche.
- Probiotici sono microrganismi vivi che aiutano l’equilibrio intestinale.
- Prebiotici sono fibre non digeribili che nutrono i batteri buoni.
Conclusione
Siamo il risultato di tre patrimoni genetici: umano, batterico e mitocondriale. Quando parliamo di “predisposizione genetica”, dobbiamo chiederci: di quale genoma stiamo parlando?
La salute non è solo assenza di malattia. È equilibrio, relazione con l’ambiente, ascolto dei segnali del corpo.
Il percorso verso il benessere e la salute è il frutto di un metodo di lavoro personalizzato, che possiamo costruire insieme. La mia esperienza professionale è costantemente supportata da aggiornamenti e studi medici e scientifici.
Guarire non significa solo curare. Significa trasformarsi. E tutto può (ri)cominciare da ciò che scegliamo di mettere nel piatto.